CASALBUONO

Casale nuovo, Casalnuovo, poi Casalbuono, dal 1862. Università facente parte dello «stato» di S. Lorenzo di Padula fino alla sua elevazione a Comune. Da Salerno 111 km.

 Casalbuono è l’ultimo comune del comprensorio del Vallo di Diano.
Il villaggio fu fondato dai profughi del centro romano di Caesariana a Montesano, messa a sacco dai Saraceni nel 915. Difatti nel paese venivano ospitati contadini e pastori di Montesano che lavoravano in questa zona alle dipendenze del Monastero di Santa Maria di Cadossa, retto dai Basiliani.
Cadossa perse via via importanza e il casale negli anni cambiò più volte proprietario ma i casalbuonesi, nonostante i vari tentativi, non riuscirono a liberarsi dal dominio baronale.
Favorito dagli anfratti delle montagne intorno al 1815 si sviluppò in zona, lo spietato brigantaggio di due bande:una capeggiata da Michelangelo Longo di Lagonegro e l’altra da Paolino Zambrotta di Casalbuono. Entrambe si resero protagonisti di avvenimenti sanguinari e raccapriccianti.
La storia di Casalbuono è legata anche al passaggio di Carlo Pisacane e dei Trecento.
Accadde il 30 giugno del 1857 quando don Baldassarre Di Stefano, capo degli urbani si mantenne in disparte, sebbene fosse stato avvisato la sera prima da Mansueto Brandi di Sapri di contrastare i rivoltosi. Così gli uomini di Pisacane occuparono la caserma del paese senza resistenza. È anche da ricordare che a Casalbuono, Garibaldi nominò Agostino Bertani segretario generale della dittatura.
In paese si organizza la Fiera di Sant’Antero, strettamente legata all’economia del territorio e ad una lunga tradizione storica.

SCORCIO DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

UN VECCHIO ACQUEDOTTO

IL MUNICIPIO

LA VECCHIA STAZIONE

CHIESA DELL'ANNUNZIATA

CASTELLO

VEDUTA DEL BORGO


 Villaggio protetto da mura, e sulla cima del monte, dal castello cui era annessa una cappella adibita poi a deposito. Negli inventari
si leggeva che il villaggio era stato distrutto ai tempi di re Manfredi e poi ricostruito in età angioina. Nei Registri Angioini, infatti, è notizia
del «vir magnificus vir Joannes Dominus Casal Novi». Nel Repertorio dei Quinternioni si legge che il villaggio era posseduto dal monastero di Cadossa, di cui è conferma in altri Registri . Nei Quinternioni si legge poi che ,«in anno 1496 lo detto Castello sive Casale di Casali nuovo si possedeva per Guglielmo Sanseverino, conte di Capaccio, per ribellione del quale re Federico donò detta terra di Casalnuovo a D. Ant. de Cardone insieme con la terra di Rivello».

I Cedolari ci informano dei diversi passaggi feudali. Nel 1500, e fino al 1508, ne era signore Antonio di Cardona. Dal 1508 al 1525 il marchese di Padula, dal 1525 al 1549 il conte di Culisano, dal 1549 al 1552 il duca di Monteleone, dal 1552 al 1560 Antonio d'Aragona, duca di Montalto, dal 1564 al 1572 Giovanni Antonio Salernitano, dal 1592 al 1598 Andrea Claps, fratello di Flaminio. Nel 1602 ne era signore Andrea Claps e dal 1618 al 1635 Francesco Claps . Morto costui (27 agosto 1633) gli successe il fratello Giuseppe .Poi, a seguito della morte di Francesco Claps (9 marzo 1665) il feudo passò a Porzia Claps , ma il 6 giugno 1725 il feudo era in possesso di Agnello di Stefano. Ad Agnello successe poi il fratello Nicola di Stefano e da costui (m. 14 marzo
1793) al figlio Giovan Battista. La famiglia apparteneva al patriziato salernitano.
All'abolizione dei Sedili venne ascritta al Registro delle Piazze Chiuse nelle persone dei  predetti Nicola e Giovan Battista. Dall'antico inventario del '300 è notizia della chiesa di S. Maria,
nella piazza del villaggio, e delle cappelle di S. Nicola, S. Margherita, S. Sofia, S. Maria Annunziata, S. Vito e S. Antonio. Nel borgo vi era  uno dei tanti hospitali, poi distrutto dal terremoto del 1688. Vi era pure un mulino fittato dalla badia con la baiulazione nel 1567.

Tra i diritti feudali c’erano la decima al monastero e da chiunque seminasse nel territorio; due once annue da pagarsi «nella festa di S. Maria del mese di agosto dall'università degli uomini del casale, in cambio di tre opere, cui l’università era tenuta»; il plateatico e il macello dei suini. Venivano concessi casalini per costruirvi case per chi voleva abitare nel casale o nel contado. Dagli sposi l’abate esigeva l'«essenio» per la benedizione «a titolo di dominio o di onore» e il diritto di sepoltura. Il popolo che godeva dei beni della chiesa era tenuto a versare ai sacerdoti 12 tomola di  grano e a dare all'abate 13 «tortani» di pane a Natale e a Pasqua. Al tempo del vescovo Tommaso di Santomagno si definì, arbitro il vescovo, l'ammontare del dovuto al sacerdote e
all'abate nel caso di esequie di fanciulli («metà per ciascheduno»).
Le famiglie soggette di Casalnuovo erano cento. La giurisdizione delle cause, anche delle criminali, era dell'abbazia in quanto sede nullius.

Il villaggio era «camera riservata», cioè era esente dalla pesante regalia dell'alloggio ai soldati. Nel 1754 aveva circa 1300 abitanti. Dal Catasto onciario si rileva che i capifuochi (capifamiglia) erano 231, di cui 34 massari, 189 braccianti, un medico, un notaio, 17 sacerdoti. Vi erano sette chiese e cappelle. Gli abitanti erano tassati per 5441.12 once; gli ecclesiastici per 289.4. Il barone Aniello de Stefano per terreni, fabbricati e animali (1023 capi) era stato tassato per 966.19 once, ma riuscì a ottenere la riduzione a 387.9 once.

Del 1530 (11 aprile) sono gli statuti di Casalnuovo.

Il Giustiniani  ha il villaggio alla voce Casalnuovo collocandolo nel territorio della badia di Cadossa in zona montuosa. Il villaggio è attraversato dal Calore che si origina nel demanio di Montesano e oltre le acque di questo attraversa Padula e Polla e si scarica nel Sele. Gli abitanti, ai suoi tempi, erano 1762, compresi i 62 di Cadossa. Per l'abbondanza delle acque vi era un mulino e una gualchiera della badia. Dal Giustiniani sappiamo anche dei censimenti dal 1535 al 1669 e della moria durante la peste del 1656.

Manca nel Galanti. Nell'Alfano è notizia che la giurisdizione criminale apparteneva alla casa Antinolfi con titolo di marchese; gli abitanti erano 1377.

Sant'Antero

5 e 6 luglio

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Madonna della Consolazione

9 e 10 settembre

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Sagra del Cinghiale

10,11,12 agosto

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Sagra dei Fagioli

13,14 agosto

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Agriturismo Tenuta Le Cascine Di Teresa Petrosino

+39 3332784645

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COME RAGGIUNGERCI


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