Il Santuario della Madonna del Monte Sacro di Novi Velia si trova sulla cima del Monte Gelbison a più di 1700 metri sul livello del mare ed è il più visitato del sud Italia. Il nome “Gelbison” è di origine araba, infatti questo sito era conosciuto anche dai Saraceni ma in principio era un antico luogo pagano e presumibilmente gli Enotri vi edificarono un tempio.
Oggi è dedicato alla Vergine Maria e i numerosi pellegrini, ogni qual volta si recano in processione al santuario, portano un Gesù Bambino di cera. La leggenda narra che nel XIV secolo iniziarono i lavori di edificazione ma ogni volta che gli operai si recavano sul posto per proseguirli, trovavano demolito ciò che avevano costruito i giorni precedenti. Una notte si recarono in cima con un agnello sacrificale e in quell’occasione apparve loro la Vergine che espresse la volontà di dedicare quella chiesa agli Angeli.
Dalla cima si può godere un incantevole panorama: le immense vallate e i monti fitti di boschi sono solo una parte delle bellezze del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Guardando a ovest l’occhio si perde nell’orizzonte del Mar Tirreno che giunge fino alle coste calabresi, dalle isole del Golfo di Napoli passando per la costiera amalfitana.
Nella sua tesi di laurea in antropologia Monte sacro antichissimo santuario di origine basiliana, discussa a Napoli nel 198, il rettore del Santuario D. Carmine Troccoli si propone di mostrare come anche la fondazione del santuario di Maria Vergine del Gelbison sia da attribuire a monaci italo-greci. È singolare, afferma il Troccoli, che la zona d'influenza del Santuario concorda con i tre insediamenti italo-greci del Mercourion, del Latinianon e del Monte Bulgheria. Da questa parte (Monte Bulgheria), la principale via di accesso al santuario e lungo questa via il "fiume sacrato", dove i pellegrini bagnavano i piedi in segno di purificazione, prima di affrontare la scalata. Questo è quanto assicura il Troccoli, il quale preferisce interpretare il termine "Gelbison" da gebel (= monte), i (resto di articolo) e son (= idolo) da una nota in "Civiltá cattolica", 1922.
Inoltre sul santuario vi è il culto di San Bartolomeo (forse si tratta del discepolo di San Nilo). II Troccoli nella sua tesi spazia dalla fondazione dei santuari, al culto mariano, agli insediamenti di monaci italo-greci, al mondo magico-religioso, ai pellegrinaggi, alle preghiere, ai riti, alle vicende occorse al Sacro Monte dal 1807 al 1881.
Notevole la documentazione raccolta dallo stesso in questi ultimi anni anche circa le questioni sostenute innanzi ai tribunali, nel corso del tempo, contro i vari tentativi di occupazione e usurpazione dei beni del santuario.
LATITUDINE: 40.2166667
LONGITUDINE: 15.33333330000005
VAI ALLA MAPPA GOOGLE MAPS