Frazione del comune di Sessa Cilento, immerso nel verde del Parco Nazionale del Cilento. E’ un piccolo borgo che dista pochi chilometri dal capoluogo di Sessa, tra il torrente di Mercato ed il torrente di Casacastra, i cui corsi d’acqua confluendo, danno origine alla Fiumara. Il territorio offre scenari storico-naturalisti davvero suggestivi.
Di notevole interesse la chiesa parrocchiale, intitolata ai patroni Santi Pietro e Paolo, consacrata nel 1595, via Lamie, via dei Liutai e il Palazzo baronale del Baglivo.
Della località è notizia già ne1 1063, nel verbale della vertenza giudicata dal supremo tribunale del principe a Salerno, tra un certo Golferio e l'abate Abalsamo del cenobio di S. Mango. Nel documento è detto appunto di Casigliano, residenza del predetto Golferio, il quale era stato costretto a trasferirsi lì avendo dovuto lasciare la casa di Cilento dove abitava con il defunto fratello Giovanni. Di un valloncello che discende da Casigliano è pure notizia nella nota delimitazione di confini tra la famiglia Sanseverino e la Badia di Cava.
Il Mazziotti assicura che Casigliano fu sempre compreso tra i casali della baronia di Cilento, benché non ve ne sia notizia nella deposizione giurata sui feudi dei Sanseverino del 1276, di cui ci informa il Ventimiglia. Il quale però, dice anche che il principe Ferrante Sanseverino nel 1536 vendette il feudo di Casigliano, con Castagneta e Valle, a Michele Giovanni Gomez con patto di ricompra.
Nel 1553 Camella e Casigliano della baronia di Cilento, per ribellione del principe di Salerno, vennero venduti «in feudum» in ragione di 21 denari a fuoco al magnifico Fulvio Capece, il quale nel 1556 cedette Casigliano a Paolo del Baglivo di S. Mango, dove aveva lo ius patronatus sulla chiesetta dell'Annunciata sita fuori de1la parrocchia. Trasferitosi a Napoli conservò il feudo al quale unì Montecorice ed Eredita e nel 1568 anche Perdifumo, acquistato da Violante Brancaccio.
Ritiratosi in tarda età a Casigliano vi morì nel 1568.
Il feudo fu poi posseduto dai discendenti per lungo tempo. Infatti, nel 1630 è notizia di Fabio (m. 1635), cui successe il figlio G. Battista. A costui successe (1651) il nipote Didaco, figlio di Vincenzo, e poi il figlio Francesco. Il nipote Carlo ne fu barone nel 1666 e fino al 1690, gli successero Matteo e poi Paolo.
Nel '700, alla morte di Francesco del Baglivo (22 aprile 1788), il feudo passo (26 marzo 1791) al figlio Carlo.
L'Antonini appena accenna al villaggio. Il Giustiniani 1'ubica su un colle a 36 miglia da Salerno: una terra «del Cilento abitata da circa 180 individui essendo stata puranco sempre scarsa di abitanti».
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