CASTELLABATE

Castrum abbatis, lo castiello de lo abbate, castello dell’abbate, Castellabate. Univeristà autonoma fino alla sua elevazione a capoluogo di Comune (8 agosto 1806). Da Salerno 66 km.

La splendida località ubicata su un colle panoramico, domina l’ampia fascia costiera tra Punta Licosa e i promontori di Trasimeno. Il suo mare e la costa sono sotto tutela biologica marina dal 1972 e nel 2009 la frazione di Santa Maria di Castellabate è stata istituita area marina protetta.
Il centro storico del borgo è compreso nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed è riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Il paese conserva antichissime tradizioni ed è luogo ideale per gli amanti dell’arte e della natura. Grazie al successo dei film  Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, il paesino salernitano, è ormai noto a livello nazionale ed internazionale. Il borgo medievale è caratterizzato da archi, gradinate e case in pietra grigia, con affacciate improvvise dove godere panorami mozzafiato. La salita termina al Castello voluto da San Costabile nel XII secolo, il complesso serviva per proteggere gli abitanti dagli attacchi dei Saraceni. La fortezza è ancora integra e imponente, le mura sono intervallate da torri rotonde in corrispondenza dei quattro punti cardinali. Di notevole interesse è la Basilica del ‘500 di Santa Maria de Giulia che ha di fronte la piccola Chiesa del Rosario. Una sosta dovuta è la piazza rettangolare (principale location del film, dove era ubicato l’ufficio postale) con un panorama che si spinge fino a Punta Licosa. Sulla piazza si affacciano le belle facciate di antichi palazzi. Le attività economiche sono principalmente legate al turismo e alla pesca, i cui prodotti di punta sono le alici e le sarde.

BASILICA PONTIFICIA DELL ASSUNTA

BASILICA PONTIFICIA DELL ASSUNTA

CHIESA DI S MARIA DELLA SCALA.

IL CASTELLO DELL'ABATE

IL CASTELLO DELL ABATE

LA PIAZZETTA

PALAZZO MATARAZZO

PANORAMA

SCORCIO

SCORCIO

SCORCIO

TORRE MERLATA

VEDUTA DI SANTA MARIA


 Le memorie più antiche della contrada, ove è posta Castellabate, si riferiscono al promontorio delle Sirene, ora denominato “Punta Licosa”, ed al vicino isolotto dal quale, secondo la leggenda, una sirena detta Leucosia si sarebbe gettata nel mare (Strabone libro VI). Plinio narra, invece, che in quel posto fu sepolta la stessa Leucosia. Al dire di Dionigi D’Alicarnasso, Leucosia era cugina di Enea e, venuta in Italia con lui, morì in quell’isolotto.
Nel 1789 fu trovato nella zona ora chiamata Punta Licosa un marmo che indicava Britius Praesens come correttore (era il supremo magistrato) della regione che comprendeva la Lucania ed i Bruzii, questo significa che Licosa era già abitata negli ultimi tempi dell’impero romano.
Ma la prima notizia provata del luogo è una vendita da parte del vescovo pestano Pando a marinai di Atrani del 977, nella quale è cenno delle vicine chiese di S. Maria de Gulia e S. Maria litus maris  intorno alle quali si riunirono le prime famiglie del luogo.
Lungo il monte dove oggi è Castellabate, esisteva il convento di S. Maria di Gulia, con un piccolissimo casale che aveva lo stesso nome, in cui abitavano nel 1083 certi Costantino Bessa, Pietro Periana, Maranti, Nicola Malianense, Urso della Monaca, Giovanni Peryana e Giovanni Pulita. Su quella vetta fu concesso a Costabile Gentilcore, abate di Cava, di costruire un castello la cui costruzione iniziò il 10 ottobre 1120 ed ebbe termine nell’anno successivo e venne subito conosciuto nella zona come “Il castello dell’abate”, da cui poi è sorta la denominazione attuale del paese.
Edificato per difesa contro le scorrerie dei pirati riuscì difatti di valido presidio alla popolazione del luogo.
Ad aumentare l’importanza di Castellabate concorsero numerose donazioni, fatte dai principi di Salerno alla Badia di Cava, dei monasteri e dei casali sorti nel Cilento, i quali furono posti sotto il governo e la protezione di Castellabate. Nello stesso anno in cui terminava la costruzione del castello, l’abate di Cava comprava il piccolo porto vicino detto il “traverso” e lo ingrandiva in modo da renderlo uno degli approdi più sicuri della provincia.
Nel lungo periodo di calma e di prosperità, di cui godè sotto gli ultimi principi longobardi di Salerno e durante i primi tempi della dominazione normanna, il Castello dell’Abate ebbe alla sua dipendenza quasi tutto il Cilento. Successivamente, durante il principato normanno, si costituì la Baronia del Cilento e non pochi casali del Castello dell’Abate vennero aggregati ad essa: tra gli altri Camella, Castagneta, Celso, Galdo, Matonti, Montecorice, Pollica, Zoppi e successivamente San Mauro.

Una lunga serie di gravi avvenimenti scosse profondamente Castellabate nella guerra protrattasi, per parecchi anni tra gli aragonesi e Carlo II d’Angiò. Il suo territorio fu occupato nel 1286 da Giacomo D’Aragona e Castellabate con i suoi casali fu miseramente saccheggiata dagli invasori.
Successivamente Castellabate fu recuperata  dal re angioino l’8 marzo 1299. Successivamente, nel 1412, Castellabate fu venduta dal Pontefice Gregorio XII al re Ladislao che alla sua morte, avvenuta nel 1414, lasciò tutti i suoi beni alla figlia Giovanna II.
Il casale fu di proprietà di molti regnanti e nel 1904 era marchese di Castellabate Gioacchino Granito principe di Belmonte.

Festa di San Costabile (Patrono)

17 febbraio

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Festa della Madonna della Scala

Il 7 novembre

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Festa del beato Simeone

16 novembre

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Sagra della salsiccia

Ad agosto

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Sagra della ciambella

Ad agosto

Vicoli in Vino

Vicoli in Vino dal 20 al 24 agosto

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Agriturismo Raggio di Sole

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Palazzo Gentilcore

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