Piccola frazione del comune di Montecorice.
L’abitato si sviluppa a partire dalla chiesa dedicata a San Pietro Apostolo risalente al 1584.
E’ un borgo dove dominano piccoli uliveti e ficheti centenari frammisti a macchia mediterranea.
Prima notizia è nel più volte ricordato documento del 1187, nel quale si legge dei confini del monastero di S. Angelo di Montecorice che passavano anche per la via di Fornilli, nei pressi della chiesa del Salvatore, anche di questa chiesa della «Socia» (v. Zoppi) la prima notizia è contenuta nel documento.
Il Ventimiglia, seguito dal Guillaume, assicura che nelle carte dell'Archivio cavense il monastero di S. Angelo di Montecorice era detto anche «de Fornellis». Notizia ancora in una dichiarazione del febbraio 1223 e nel Registrum dell'abate Tommaso.
Di Fornelli è pure cenno in una concessione enfiteutica del 7 aprile 1720.
In mancanza di dati sicuri, Mazziotti opina che probabilmente il villaggio doveva essere unito a Zoppi al tempo della reintegra dei beni dei Sanseverino (1276), dato che non è cenno del villaggio nel documento angioino. Questa ipotesi per il Mazziotti è suffragata da un documento del 1499, sui villaggi uniti di Zoppi e Fornelli, di cui è cenno nel Ventimiglia.
Nel 1484 il villaggio fu concesso da re Ferrante d'Aragona al suo segretario Giovanni di Cunto di Amalfi. Da costui passò a Luise Pescione, governatore del castello napoletano di Castelnuovo, il quale lo vendette al magnifico Antonio Vaccaro di Napoli. Dopo la definitiva avocazione al fisco del principe di Salerno, Fornelli apparteneva a Vincenzo Corcione di Napoli, dal quale passò al figlio Rinaldo. Questo lo alienò a favore di Giustino Valletta di Napoli, il quale ne prese possesso il 12 giugno 1611.
Il feudo passò poi alla famiglia Galterio ed era posseduto ancora da Giuseppe Galterio nel 1660. Espropriato poi in danno di Carlo e Paolo Galterio nel 1696, il feudo fu acquistato dal patrizio sorrentino Antonio Anfora, il quale lo rivendette nell'anno a Giuseppe Giordano, da cui passò al figlio Baldassarre nel 1718. Costui lo rivendette alla famiglia Landulfi. Nel 1756 ne era in possesso Domenico Landulfo, dal quale passò al figlio Ascanio e da questo a Nicola (m. 8 ottobre 1780). Per successione il feudo rustico di Fornelli o Forvero passo poi (5 marzo 1791) a Giuseppe Landulfo.
Il Giustiniani scrive che Fornilli o Fornelli era feudo della famiglia Landulfo con titolo di baronia.
Secondo il Giustiniani pare che il villaggio si chiamasse anche S. Giovanni di Celsito, di ciò manca però qualsiasi altro cenno. Egli colloca il villaggio su una collina a 44 miglia da Salerno e a due dal mare, con 150 abitanti tutti dediti all’agricoltura (produzione di vino e olio). Aggiunge che i sacramenti erano amministrati in una parrocchia comune a Cosentini e Zoppi e cioè quella del Salvatore.
Anche del «Casalis Fornilli» abbiamo i dati dei censimenti del 1489 (fuochi 11 ma ab.54) e del 1508 (fuochi 17: ab. 85). Anche qui, in fine della numerazione gli ufficiali osservarono «In dicto casale est fama publica quod ab anni VIJ viguit pestis».
LATITUDINE: 40.24338199999999
LONGITUDINE: 14.998398299999963
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