CASTAGNETA

Castanetta, Castaneta, Castangnete, Castagneta. Università autonoma fino alla sua aggregazione a Sessa Cilento. Da Salerno 74 km.

Frazione del comune di Sessa Cilento, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento.
Interessante il palazzo Verta, di proprietà dell’antica famiglia Verta emigrata da Napoli a Castagneta nel sec. XVII. Da visitare la chiesa della SS.ma Annunziata all’ingresso del paese i cui ruderi erano ancora visibili negli anni ’40 del novecento.

SCORCIO DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

PALAZZO VERTA

VECCHIE MURA

RUDERI DELLA CHIESA DELL'ANNUNZIATA

RUDERI DELLA CHIESA DELL'ANNUNZIATA


 Della località è notizia prima del 1070, a proposito della locale chiesa di S. Felice donata alla Badia pare da Gisulfo II, chiesa di cui non è più notizia dopo il 1360. Della chiesa pare sia cenno anche in un diploma del 1051. Padre Ridolfi, assicura che della chiesa di S. Felice era notizia prima del 1070. Del monastero di Castaneta è cenno già nel 1186; della chiesa di S. Caterina nel 1340. Del luogo è poi cenno nella delimitazione dei confini Badia-Sanseverino del 1187.

Si vuole che il piccolo abitato fosse alle dipendenze del monastero di S. Mango, per cui, osserva il Ventimiglia, anche Castagneta era soggetta al dominio temporale della Badia. Il villaggio venne aggregato alla baronia di Cilento solo dopo il passaggio di Castellabate e casali a re Ladislao. In seguito (1536) il villaggio fu venduto dal principe Ferrante Sanseverino, con Valle e Casigliano, a Michele Giovanni Gomez con patto di retrovendita.

Nel 1553, per ribellione del principe Ferrante e avocazione al fisco della baronia, il feudo di Castagneta fu venduto dalla Regia Corte a Francescantonio Gatto di Laureana per 220 denari. Nel 1576 passò a Nicola Pisani che alienò il feudo a favore di Maria Acconcicono. Messo all'asta nel 1582 fu aggiudicato alla famiglia Altomare e posseduto da Tommaso nel 1596. Da costui passò ai figlio Gian Carlo e poi a Donatantonio che nel 1595 alienò Castagneta a favore di Giacomo Pagano di Nocera per 3421 denari. Da costui passò al figlio Ferdinando che lo rivendette (a. 1517) a Cornelia de Pasca e al marito Francesco Materazzi. Questo poi lo alienò a favore di Luigi Gattola, conte di Montella, il quale nel 1632 lo cedette a Cesare Altomare, dal quale passò al figlio Paolo Emilio che vi costruì la chiesa dell'Annunziata. Nel 1662 l'ava e tutrice del minore G. Battista Altomare cedette Castagneta a Carlo d'Amato, il quale nel 1677 donò il villaggio al figlio Filippo. Costui nel 1708 vi rinunciò a favore del figlio Carlo. La figliuola Giuseppina d'Amato, cedette il feudo (a. 1724) al proprio marito Francesco Saverio Caracciolo che il 16 giugno di quell'anno ottenne il titolo di principe di Castagneta, titolo conservato dai discendenti.

L'Antonini accenna appena al toponimo ma in una nota dice della «famiglia Gatto barone di Castagneta di cui fu poi Padrone il Dottor Giannantonio del Mercato, quali Gatto si sono stabiliti nella Sala di Diano».

Anche del «Casalis Castagneti» abbiamo i censimenti del 1489 (fuochi 9, ma abitanti 53) e 1508 (fuochi 5: ab. 25).

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