AQUARA

Aquaro, Aquarium, Acquaro. Toponimo idrografico. Università autonoma fino alla sua elevazione a capoluogo di Comune. Da Salerno 66 km.

E’ un paese di origine romana sorto su una collina, circondato dai Monti Alburni  ed attraversato dal fiume Calore, affluente del Sele.
L’intero territorio rientra nel Parco Nazionale del Cilento e di Vallo di Diano ed è noto come il paese dell’olio e del vino.
Di notevole interesse storico-artistico sono piazza San Lucido, la chiesa di S. Maria del Carmelo, la cappella di S. Maria del Piano, la cappella di San Rocco e l'abbazia benedettina di San Pietro.
Ad Aquara è molto sentita la festa del Santo patrono San Lucido a luglio,  la novena di San Rocco ad agosto e  la caratteristica processione con fiaccolata in onore della Madonna del Piano a metà settembre.
Altrettanto rinomate sono le sagre che si organizzano soprattutto in estate e la manifestazione del Carnevale Aquarese.

VEDUTA DEL BORGO

SCORCIO DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

LA PIAZZA

IL CASTELLO BARONALE

CHIESA DI SANTA MARIA DEL CARMELO

SCORCIO DEL BORGO

CHIESA DI SAN NICOLA

IL FIUME CALORE E IL BORGO

ABBAZIA BENEDETTINA DI SAN PIETRO SEC IX


Guglielmo di Postiglione possedeva, jure francorum, l’indivisibile baronia di Postiglione, Aquara, Ricigliano, Castelcivita (Casteliuccia), Civita e Pantoliano e, iure langobardorum, la divisibile baronia di Cornito (Corleto), Albanella, Roccadaspide e metà del feudo di Capaccio-Villa di S. Pietro. A Guglielmo successe il figlio Tancredi che ebbe solo due figlie, Alessandrina e Filippa. La prima portò in dote l’indivisibile baronia di Postiglione  a Pandolfo di Fasanella che la possedette maritali nomine; la seconda, Filippa, portò in dote invece a Francesco Riccardo di Fasanella la divisibile baronia di Cornito (Corleto).  Come ho detto ambedue vennero spogliati dei loro beni da Federico II, per aver preso parte alla congiura di Capaccio e alcuni casali dipendenti furono distrutti (Fasanella, Aquaro, ecc.).

Il feudo di Aquaro venne poi assegnato da re Manfredi a Giovanni, signore di Procida, feudo poi avocato al fisco da re Carlo I. Nel processo di reintegra dei beni a favore di Pandolfo, ordinato da questo re, Aquaro è segnalato per il valore di 20 once con 102 famiglie. Dai Registri Angioini risulta l’occultamento di un fuoco, per cui l'ordine di recupero di sette tarì e mezzo. Pandolfo morì senza prole, per cui la baronia tornò alla corona. Il re, poi, investì del feudo di Aquaro, con le baronie di Laurino, Magliano, Gioi e altri feudi, la famiglia Mastrogiudice di Sorrento. Pare poi che il feudo di Aquaro fosse passato a Nicolò Scipione e poi a Giovanni Cioffi, nobili salernitani. Da quest'ultima famiglia passò al figliuolo di re Carlo II, Raimondo Berengario, il quale rifiutò Aquaro e Corneto al padre che ne investì il milite e senescallo Rainaldo Clignetti. Il re riservò per sé la giurisdizione sulle cause criminali che potevano implicare mutilazioni, esilio e pene maggiori (8 aprile 1305).

Poiché il feudo di Aquaro rendeva in quel tempo 36 once e Corneto ne rendeva 24, il feudatario era obbligato a prestare servizio militare al re insieme a due suoi uomini.
Il 22 febbraio 1433 re Alfonso investì della contea di Capaccio Amerigo Sanseverino, il quale fu anche signore di Aquaro. Non sappiamo quale dei Sanseverino, conte di Capaccio, concesse la fiera annuale che, come si leggeva nella platea dei beni della badia di S. Pietro, era «accorsatissima». Nel 1462 vennero compilati gli statuti di cui fa cenno Di Stefano. I Sanseverino possedevano Aquaro ancora ne1 1487, quando ne vennero spogliati per aver partecipato alla nota congiura contro re Ferrante. Aquara era ancora amministrata dalla corona nel 1498.

Nel 1512 il feudo risultava in possesso di Giulio de Scorciatis, dichiarato poi ribelle per aver seguito Federico, l'ultimo dei sovrani aragonesi.

Su proposta del gran capitano Gonzalo de Cordoba venne creato (17 dicembre 1504) conte di Miglionico e signore di Aquara dal re cattolico, Ettore Fieramosca di Capua, conte di Alessano e Ottaiano, il celebre “capo dei tredici” della disfida del 1503. Ribelle, non si sa perché, perdette tutti i suoi beni che gli vennero poi restituiti.

Gli successe il fratello Guidone (Vidone) Fieramosca, conte di Mignano. Da una supplica al re cattolico del 1523 risulta che Guidone aveva venduto il feudo di Aquara, con patto di ricompra, ad alcune persone che lo vendettero al nobile salernitano Pietro Comite con identico patto. Poiché costui angariava la popolazione, questa chiese al re d'invitare il buon Vidone a riacquistare il feudo e, se non altro, rivenderlo all'università. A Pietro Comite successe il figlio Matteo (a. 1536) che continuò i sistemi oppressivi paterni. L'Università ricorse al SRC nel 1569. Nelle more si addivenne a un concordato tra le parti.

A Matteo successe il figlio Pietrantonio, il quale vendette Aquara a Simone Piatto di Salerno, portolano di principato e Basilicata che possedeva il feudo nel 1577. A Simone successe nel 1580 Giannandrea che sposò la salernitana Beatrice De Ruggiero. La popolazione, oppressa anche da costui, fu costretta a ricorrere al SRC nel 1581.

Ma l'anno dopo il feudatario vendette Aquara a Fabrizio Spinelli, primogenito dei principe di Oliveto e marchese di Vico. Il 1 aprile 1598 il barone ottenne sul feudo il titolo di duca. Gli successe il figlio Troiano (27 aprile 1607), secondo duca di Aquara, che nel 1617 chiese di tenere Aquara come camera riservata, ottenendone il privilegio dal vicerè duca d'Ossuna. Ad Aquara c’erano in quei tempi due feudi rustici, uno della famiglia Maglio e l'altro (Rozzoliti) della famiglia Freda di Castelluccia. Vi era, inoltre, un feudo nobile, il villaggio di Cosentini, della famiglia Forziati, di cui si pagava l'adoa alla curia ducale.
Terzo duca di Aquara fu Giuseppe Spinelli, primogenito di Troiano, il quale era anche signore di Pantoliano.

L'Università venne turbata nel possesso delle sue giurisdizioni dal duca che le avocò alla sua Curia. Il primogenito di Giuseppe intanto premorì (19 giugno 1694) al padre.

Il 2 dicembre 1701 gli successe l’omonimo nipote, rappresentato dalla madre Chiara Carafa perché minore. Per la morte poi di Vittoria Carafa, duchessa di Laurino, successe anche nel ducato di Laurino, ex Sorore, il nipote Giuseppe. Il titolo rimase agli Spinelli anche dopo che l’Università di Laurino si affrancò dall'onere della feudalità. Giuseppe morì il 15 dicembre 1764 e gli successe il figlio Troiano, duca di Aquara e di Laurino, che prese possesso del feudo il 22 dicembre dello stesso anno. Morto il duca Troiano (1 settembre 1777) gli successe Vincenzo Spinelli (10 giugno 1780), informa il Cedolario. Ai feudi di Aquara e Laurino, con titolo di duca, e delle signorie di Castelluccia, Fornielli e Fogna, si aggiunsero anche le terre di Piaggine Soprane e Sottane fino alla abolizione della feudalità.

San Lucido

28 luglio

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San Rocco

18 e 19 agosto

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Madonna del Piano

12 settembre

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Festa della Porchetta

Settembre/data variabile

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Festa dell'Anguilla

Agosto/data variabile

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Festa della farina Artigianale e delle Eccellenze Aquaresi

Dal 19 al 21 luglio / dal 03 agosto al 02 settembre tutti i venerdì, sabato e domenica

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Sagra dello Scazzatiello Aquarese

Agosto/data variabile

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Agriturismo La Fattoria

+39 0828 962716

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Agriturismo Il Marchese

+39 338 4917025

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