POLLA

Polla, Apolla, La polle, La polla, Polla. Università autonoma, poi sede di Comune (8 agosto 1806). Da Salerno 77 km.

Sorge nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, fra i Monti della Maddalena e i Monti Alburni ed è attraversato dal fiume Tanagro.
Questo borgo di origine medievale, è un luogo da ammirare per il suo grazioso centro storico, in cui possono essere visitate varie chiese, un castello risalente al XII secolo e il convento francescano di Sant’Antonio del 1500. E’ anche un sito di notevole interesse per gli appassionati di speleologia e di escursioni grazie alla natura carsica della collina su cui ha origine, che caratterizza l’intera zona con suggestive grotte in cui sono stati ritrovati reperti addirittura risalenti all’età della pietra e del bronzo.
Oltre a storia e natura, Polla è anche luogo di tradizioni culinarie e locali con la lavorazione rigorosamente a mano degli abiti popolari e con il Festival della Pizza, preparata con le ottime materie prime cilentane.

VEDUTA DEL BORGO

SCORCIO DEL BORGO

SCORCIO DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

SCORCIO DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

CONVENTO DI SANT'ANTONIO

PALAZZO BARONALE VILLANO

CONVENTO DI SAN FRANCESCO

CONVENTO DI SANT'ANTONIO


 Il murato abitato di Polla, all'ingresso dell'opim Valle del Tanagro, ha più volte pagato assai caro la sua felice ubicazione.

Polla è la località dove, lungo la non lastricata strada romana che da Capua portava a Reggio, sorse nel 153 a.C. un forum con caupona ed hospitia (osterie e locande). Il più importante mercato della zona, dove nel 131 a.C. una commissione di tres viri, presieduta da G. S. Gracco, ne divise le terre. Nei pressi del forum, fiorente ancora ai tempi di Cassiodoro, era Marcellianum, sede di diocesi, di cui sono ancora visibili i resti del battistero paleocristiano ad acqua corrente, di cui scrisse anche un potente ministro di due re. Vi sono acque ricche di pesci, intoccabili «pro reverentia loci», che rendono più suggestivo il luogo che rivisse la sua antica grandezza mistica qualche decennio fa, quando venne scoperto e illustrato da V. Bracco.

È da supporre che il villaggio abbia subito danni notevoli per l'avvicendarsi delle bande dei barbari, degli eserciti bizantini e, non ultime, delle orde di Zotone che rastrellarono a tappeto le riserve delle fatiche degli uomini. Ciò si spiega con la sua posizione, la feracità della terra e la laboriosità degli abitanti. È da supporre, però, che il territorio rifiorisse con l'arrivo dei religiosi italo-greci, di cui è testimonianza nelle chiese che da secoli portano titoli che li ricordano e il cui rito continuava a praticarsi ancora nel '500. Soltanto, però, dell'XI secolo sono i primi documenti pervenutici. Il primo è il diploma di Asclittino, uno dei fedeli del conte del Principato, di cui aveva sposato la cugina Sighelgaita, figlia del conte di Capaccio e Corneto, fratello di Guaimario V (IV). Con questo diploma Asclittino, conte di Sicignano e signore del castello di Polla, concesse all'abate cavense Pietro da Salerno il monastero di S. Pietro di Polla con la chiesa e le sue dipendenze. Il cenobio era già fiorente in quel periodo, per cui è da ammettere che fosse stato fondato almeno nel X secolo da religiosi italo-greci. Da un Catalogo, e segnalato dai Bracco, si rileva che Polla passò poi nel 1091 a Guglielmo di Trina, «alias tribinea». Un diploma del 1104 informa che in quel periodo era signore di Polla Tancredi di Altavilla. Contrariamente poi alle notizie dell'anzidetto Catalogo il feudatario succeduto a Tancredi non fu Roberto, ma Guglielmo di Montescaglioso, signore anche di Burgenzia, come conferma un altro diploma rogato appunto colà. Roberto era signore di Polla nel 1137, come si rileva da un successivo diploma rilasciato a Polla nel settembre di quell'anno. Nel 1165 era signore di Polla Guglielmo di Tribina, il quale, con la moglie Teodora, donò un terreno in località Rustiliano alla Badia. Dal Catalogus baronum si apprende di un «Dominus Guilielmus» di Polla nel 1187 e di altri cinque militi di colà.

Nel 1228 è notizia di Clarizia, sorella del predetto Guglielmo, e poi (a. 1231) di Tommaso, figlio di Guglielmo e Sibilia e di Teodora, moglie di Landolfo di Fasanella, signora di Polla. Un'autoritaria signora che tentò più volte di estromettere l'Abbazia di Cava dal suo feudo di S. Pietro. Nel 1231 si convenne tra i contendenti che la feudataria non avrebbe più tirennaggiato la popolazione di S. Pietro, dalla quale si limitava a pretendere solo «duas operas ad zappandum  et duas ad metendum», e concedeva all'abate Balsamo il diritto di costruire un mulino lungo il fiume ricevendone due once d'oro.

Nel 1245 pare che l’imperatore avesse concesso Polla a Ulcone Germano, scacciato poi dal feudo a furor di popolo nel 1265.

In età angioina re Carlo restituì la baronia (era stata avocata dall'imperatore dopo la nota congiura) a Pandolfo di Fasanella e poi (1269-1270) concesse Polla a Matteo di Fasanella, il quale staccò da Polla nel 1270 il casale di S. Antonio di Arata concedendolo, quale feudo nobile, a Ruggiero di Polla. Nello stesso anno re Carlo dispose per la ricostruzione del ponte di Polla in località detta Tallata, crollato per la piena del fiume. Dopo la morte di Matteo di Fasanella, «absque legitimis liberis», il feudo di Polla (Lapolle) tornò alla regia curia per ordine del re. Nel 1272 il feudo fu concesso ad Angaraimo (anche Yncaraimo) di Summerosa, il quale cercò di impadronirsi anche lui del feudo di S. Pietro. Da una lettera di re Carlo si apprende della concessione agli abitanti del feudo di S. Pietro di attingere acqua dalla fonte del villaggio, di pescare nel fiume e di accedere ai pascoli con gli animali di cui il feudatario cercava d'impadronirsi.

Nel corso della guerra angioino-aragonese, Polla passò poi (a. 1291) a Tommaso di S. Severino, conte di Marsico e fondatore della Certosa di Padula, che ebbe anche Cuccaro per una permuta con Roberto d'Artois.

Nel 1436 re Alfonso investì il conte Giovanni Sanseverino dei feudi di Diano, Romagnano, Polla e altri, poi tutti perduti nel 1552 per fellonia contro il re. Nel gennaio del 1354 il vescovo di Capaccio, Tommaso di Santomagno, confermò all'Abbazia cavense le chiese di S. Nicola di Fasanella, S. Venera di Rescigno, S. Barbara di Grasso (Ceraso) e S. Simeone di Laurino.

I discendenti dei Sanseverino tennero poi Polla con i suoi 46 suffeudi fino al 1555, salvo i periodi riguardanti le due interruzioni del '400 (re Ladislao) dovute alla congiura dei baroni contro Ferrante d'Aragona e quella ai tempi di re Federico d'Aragona, causata sempre dalla politica filo-francese della famiglia. Dopo la prima interruzione i beni furono restituiti nuovamente alla famiglia da Giovanna II nel 1417, successivamente li riebbe da Carlo VIII (le sue truppe saccheggiarono Polla), indotto da Antonello Sanseverino a venire in Italia, e da Ferdinando il Cattolico.
Nel 1445 Luigi di Sanseverino concesse in feudo a Francesco di Gasparo di Diano le contrade della Foresta, del Cerreto e del Caugito. L'anno successivo all'avocazione dei beni dei Sanseverino, Polla fu venduta (a. 1558) al reggente Francescantonio Villano, la cui famiglia ne tenne il possesso a lungo e nel 1590 ebbe il titolo di marchese.

Nel 1668 la linea dei Villano si estinse. Ultima erede di Francescantonio fu la cugina Maria Villano, Principessa di Colobrano, che mori un anno dopo il cugino. Nel 1669 il feudo di Polla fu acquistato dalla famiglia Capecelatro, dei duchi di Siano.

Nel 1701 giunsero a Polla i tedeschi agli ordini del capitano Hoffmann. Nel 1718 era signore di Polla Ettore Capecelatro (m. 3 gennaio 1718), cui successe Carlo (m. 15 gennaio 1764) e poi Vincenzo Maria Ettore Capecelatro che ne ebbe l'ultima intestazione  il 12 ottobre 1780.

Il Giustiniani ubica Polla a 40 miglia da Salerno e a 67 da Napoli, tra ottimi pascoli e seminativi. Ai suoi tempi contava 5600 abitanti tra agricoltori e pastori.

Festa di Sant'Antonio ai cappuccini

13 giugno

Approfondisci

Festa della Madonna delle Grazie

2 luglio

Approfondisci

Festa della Madonna del Carmine

16 luglio

Approfondisci

Festa di San Nicola

6 dicembre

Approfondisci

Sagra del Capicollo e della Scamorza campana

Agli inizi del mese di luglio

Approfondisci

Sagra della Melanzana pollese

Ad agosto

Approfondisci

Festa della Pizza

Fine agosto o inizio di settembre

Approfondisci

Sagra del Cavatiello

A settembre

Festival Internazionale del Folclore

Dal 1 al 3 settembre

Approfondisci

HOTEL RISTORANTE INSTEIA

(+39) 0975.390026; (+39) 328 49 15 570

Approfondisci

HOTEL RISTORANTE INSTEIA

(+39) 0975.390026; (+39) 328 49 15 570

Approfondisci

COME RAGGIUNGERCI


COORDINATE GPS

LATITUDINE: 40.50171040000001

LONGITUDINE: 15.488828000000012

VAI ALLA MAPPA GOOGLE MAPS

Associazione culturale "Cilento on the road"

Via S. Anna, 20 - 84050 Rocca Cilento (SA)