SALENTO

Sala, la Sala (anche nella forma dialettale), Sala dello Ioyo, Sala lo casale, Sala di Gioi fino al 1863, poi Salento ad evitare omonimie. Da Salerno 84 Km.

 Il borgo appartiene alla Comunità Montana Gelbison-Cervati e dista 19 Km da Vallo della Lucania. È uno dei più piccoli borghi del Cilento, circondato da una rigogliosa macchia mediterranea e da distese di ulivi la cui coltivazione ha da sempre costituito la principale attività economica.

Ha origini molto antiche risalenti al medioevo, infatti Salento nasce come un piccolo possedimento agricolo longobardo scarsamente abitato a cui venne attribuito il nome “Sala di Gioi”. Inizia a popolarsi e ad ampliarsi soprattutto grazie alla presenza dei monaci italo-greci che favorirono la colonizzazione agricola. Per arrivare all'attuale denominazione bisogna attendere l’avvento dell’Unità d’Italia. Fu in quel periodo che sull'onda dell’indipendenza, gli abitanti decisero di modificare il nome del paese in quanto ricordava loro la sottomissione straniera. Venne bandito il nome “Gioi” e si decise di lasciare “Sala” che in insieme al termine Cilento diede vita all'attuale Salento. 

Il centro storico è testimonianza di antichi insediamenti, il quartiere che oggi funge da centro urbano risale al 1700 ed ospita le sue belle dimore signorili come il Palazzo baronale Degni-Bammacaro, Palazzo Scarpa e Palazzo Parrillo.

La “Festa della Castagna” è un appuntamento di metà ottobre che coinvolge tutta la comunità e attira migliaia di turisti richiamati anche dalla degustazione degli altri prodotti tipici, compresi quelli di pasticceria di cui il paese vanta un’antica maestria.

VEDUTA DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

PALAZZO BARONALE

PALAZZO BARONALE

SCORCIO DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

CHIESA DI SANTA BARBARA

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

CHIESA DI SANTA MARIA DI LORETO


La prima notizia su Sala si legge in un documento cavense del 1043: «in finibus Lucanie, ubi ad Sala dicitur». Quasi certamente al medesimo casale si riferisce una notizia dei Registri Angioini del 1272 «Sala maior in Principato». Vi è conferma nel diploma di Errico de Morra, giustiziere di Federico II, trascritto dal Mandelli, con il quale Errico e il figliuolo Giovanni concedono a Giovanni di Trentinara beni di Sala con l'indicazione dei relativi obblighi delle famiglie locali verso il feudatario.

Certamente fu sede, come Salella, di un insediamento longobardo, perché il toponimo indica «domo in curte facta». Ciò è confermato dai vicini toponimi (Omignano) di sicura origine longobarda Offoli e Saffoli. Intorno alla sala, alla residenza signorile, si aggrupparono poi le case dei contadini addetti alla grande unità poderale, affidata dai principi a uno dei loro «fideles».

Dai Notamenti ai Repertori risulta che i casali di Sala e Salella, unitamente a quello di Cornito (Vallo), appartenevano all'Ospedale della SS. Annunziata di Napoli, su donazione dei signori della Ratta, conti di Caserta e baroni di Castellammare della Bruca (Velia). Dai Repertori si apprende inoltre che Francesco Sanseverino, conte di Lauria, duca di Scalea e barone di Cuccaro e di Castellammare della Bruca, nel 1445 donò «alla venerabile chiesa di SS. Maria Annunziata di Napoli la terra di Castellammare di Bruca con li casali Scio, Catona e Terra Dura, seu Bruna», con i relativi diritti e la giurisdizione delle cause. Detto feudo fu mantenuto dall'Ente napoletano fino al noto fallimento del suo Banco per cui la vendita di tutti i suoi beni.

Nelle Refute si trovano anche tracce di trasferimenti del casale che risalgono al 1600, ma di cui non si hanno altre conferme. Nel 1675, sempre secondo le Refute, il casale passò da Giuseppe Laudisi a Ippolita Palagano e poi da costei a Carlo Calà. Del passaggio alla SS. Casa dell'Annunziata di Napoli, però, manca ogni provenienza. Nel 1733 il casale passò da Giuseppe a Stefano Maresca, nel 1744 da questi ad Andrea Bernalla, poi a Marcello Calà e nel 1757 a Carlo Maria Calà. Nel 1760 da Nicola Piro passò a Rosa Maria Sofia Bernalla e a Francesco Bammacaro, il quale nel 1763 aveva già acquistato Salella da Giovan Battista Pasca.

Non meno interessanti le notizie che si desumono dalle Intestazioni Gudali della Regia Camera della Sommaria e confermate dai Cedolari. Nel periodo che va dal 1767 al 1805 Sala risulta intestata a Gioacchino Bammacaro, e dal 1759 al 1764 a Giuseppe Maria Calà. Nel periodo 1767-1805 l’intestazione feudale è dell'Università di Sala, per cui è da supporre che l'Università, avvalendosi del jus praelationis sancito dalla nota Prammatica il 13 gennaio 1588, fosse riuscita a comprarsi dal feudatario passando al Demanio, come nel 1733 aveva già fatto S. Biase. Il casale dovette avvalersi per diversi anni dell'ambito beneficio, ma nel 1787 la contemporanea intestazione all'Università e a Gennaro Bammacaro, di cui si legge fino al 1805, fu fonte di continue contestazioni che in questa sede non è il caso di ricostruire.

In ordine alla popolazione il Giustiniani così si esprime: «Sala lo Casale, così detta nelle situazioni del Regno, per distinguerla dall'altra Sala detta nelle situazioni stesse Sala la Terra» (Sala Consilina).

Nel 1532 le famiglie residenti a Sala ammontavano a 40, erano 86 nel 1648 ma scendevano a 35 nel 1669, con tendenza ad aumentare negli anni successivi. Nel 1860 gli abitanti erano 1547.

Il villaggio era meta di pellegrinaggi per la miracolosa immagine dell'Immacolata, nota nei dintorni come la «Madonna della Salella», per cui si spiega come la chiesa locale fosse stata la prima del territorio a elevare altari di marmo.

Festa di Santa Barbara votiva

29 luglio

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Festa della Madonna di Loreto

Dal 30 agosto al 1 settembre

Festa di Santa Barbara

4 dicembre

Sagra della capra cotta

Nel mese di luglio

Sagra “foglie e pane”

La prima metà di agosto

Festa della Castagna

Dal 13 al 16 ottobre

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Agriturismo Salella

+39.0974.67099 +39.338.4730885 - +39.328.7129385

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Associazione culturale "Cilento on the road"

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