Controne è adagiato su una collina ai piedi dei Monti Alburni e fa parte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
La sua origine sembra essere legata alla vita sociale, civile e religiosa della badia benedettina e dell’annessa Chiesa di San Nicola attorno alle quali sorsero le prime abitazioni dell’odierno paese.
L’economia si basa essenzialmente sulla produzione di un ottimo olio di oliva e del famoso fagiolo di Controne. A quest’ultimo è dedicato un evento gastronomico di grande risonanza che si tiene ogni anno dal 1983.
Controne faceva parte della baronia di Guglielmo di Postiglione che il figlio Tancredi diede in dote, con altri feudi, alla secondogenita Filippa, la quale aveva sposato Riccardo, fratello di Pandolfo di Fasanella. Ambedue i fratelli, come è noto, furono tra i principali cospiratori della congiura di Capaccio, per cui Federico II ne avocò i beni. Pare, tuttavia, che Controne dal 1250 a 1258 fosse stato sotto il dominio dell’abate cavense che possedeva anche il monastero. In seguito pare che i beni confiscati venissero restituiti a Filippa, ma solo in parte. Anzi, dal processo di reintegra ordinato da re Carlo I si apprende che al feudatario Pandolfo, vennero restituiti i suoi beni e fu assegnato anche Controne. Dopo il 1275 pare che Pandolfo avesse donato il casale in suffeudo all’abate del monastero di S. Nicola, con tutte le relative giurisdizioni, ma con alcune clausole limitative. Pandolfo, cioè, oltre a riservarsi il diritto di libero pascolo per i suoi animali nel terreno concesso, si riservava quello delle prestazioni lavorative d’uso da parte delle locali famiglie e le sovvenzioni in caso di matrimonio delle figlie e dell’investimento del cingolo militare dei figli maschi. Proibiva, inoltre, alle famiglie di altri feudi della sua baronia di trasferirsi a Controne.
Dell’età angioina è notizia che Tommaso Sanseverino, conte di Marsico il 9 gennaio 1298 vendette all’abate Pietro di S. Nicola un terreno denominato Lanza, sito tra Castelcivita e Controne, sul quale il cenobio aveva chiesto alla Curia baronale di formare un cannizzo per uso di pesca dalla parte del ponte che è sul fiume Calore. In un altro documento del 1370 si leggeva che Ruggiero d’Altavilla pronunciò una sentenza con la quale si proibiva agli abitanti di Postiglione di molestare l’abate del convento di S. Nicola. A richiesta del monastero, re Ladislao, nel confermare il privilegio anzidetto (7 dicembre 1407), chiarì che la sentenza era stata emanata per suo ordine, per cui l’obbligo agli abitanti di Postiglione di attenervisi. Il diritto di barone di Controne, che era appartenuto a Pandolfo di Fasanella per le riserve elencate nel suo diploma, passò poi ai Sanseverino, conti di Mileto, Terranova, Postiglione, Capaccio e Fasanella e fu conservato fino all’ultimo conte di Mileto, poi ribelle, per cui re Ladislao ne avocò i beni al fisco.
Nel 1433 re Alfonso d’Aragona investì del titolo Amerigo Sanseverino, signore di Montesano, Padula, Laurino, Capaccio e Controne. Di Controne venne poi investito Francesco d’Alitto di Castelluccia, anche egli ribelle, per cui Controne venne concesso a Ferdinando Vitelli di Castelluccia, capitano imperiale di leva, per soldo spettantegli. A Ferdinando Vitelli successe la figlia Camilla.
Nel 1647 era feudatario di Controne Diego Vitelli, quando il popolo in armi pretese concessioni varie e modifica agli statuti vigenti. Pare che il feudo avesse avuto poi altri possessori, tra cui Ruggiero Cavaliere, la cui vedova, Maddalena Manganaro, possedeva il feudo nel 1707. Passò poi a Marcantonio Garofalo, duca di Postiglione, dal quale l’acquistò la Regia Curia il 20 gennaio 1760.
Il Giustiniani scrive che era un po’ più in giù dell’odierno abitato, alle falde dell’Alburno e nella Valle del Calore «su cui evvi un bel ponte detto della Castelluccia a un solo arco che poggia su due colline».
LATITUDINE: 40.5088026
LONGITUDINE: 15.207326899999998
VAI ALLA MAPPA GOOGLE MAPS