I primi insediamenti umani nel territorio del comune di Sacco si fanno risalire ad un'epoca molto antica. Infatti nei pressi delle sorgenti del fiume Sammaro, è presente una grotta detta di Jacopo o Jacovo dove sono stati rinvenuti dei reperti attribuiti ad una comunità di pastori che si insediò nella zona nel corso dell'età del bronzo.
Inoltre nei pressi del sito archeologico denominato Sacco Vecchio, posto su una rupe dal difficile accesso che si erge a strapiombo sulla valle in cui scorre il fiume Sammaro, sono state rinvenute numerose basi in muratura a secco che nel periodo pre-cristiano (a partire dall'anno 1000 a.c.), dovevano costituire le fondamenta di un piccolo nucleo abitativo. Secondo alcuni storici locali le origini del sito debbono probabilmente ricercarsi nel trasferimento sulla rupe di alcuni abitanti autoctoni che si spostarono lì in seguito al passaggio di genti greche provenienti dalle coste ionica e tirrenica, alla ricerca di un luogo più sicuro e riparato, abbandonando gli originari insediamenti posti più a valle nei pressi del fiume Sammaro.
A partire dal VI d.c. in zona si insediarono i Longobardi e i monaci basiliani che determinarono un importante sviluppo del sito di Sacco Vecchio. Infatti furono edificate una fortezza, una cinta muraria, nuove unità abitative nonché una chiesa ad aula unica che secondo la tradizione era intitolata a San Nicola, santo il cui culto era molto diffuso tra i monaci basiliani. Tale edificio di culto secondo la tradizione locale, era denominato Zatalampe, termine greco-bizantino che vuol dire "cerco la luce". I ruderi delle costruzioni del periodo longobardo sono ancora ben visibili sul luogo.
A causa di una pestilenza o di eventi belligeranti, in un periodo imprecisato tra il IX e XI secolo d.c., il sito di Sacco Vecchio fu abbandonato dai suoi abitanti che si trasferirono più a valle ai piedi del monte Motola dove crearono un nuovo centro abitato.